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Sabato, 12 Marzo 2016 19:30

Il sindaco al convegno su Matera 2019 e la partecipazione dei beni comuni

“E’ la città a dover far carriera, non io”. Così ha esordito il sindaco nella sala Sassu dell’Unibas

concludendo i lavori del convegno dell’associazione Matera 2019 su ‘Amministrazione condivisa della città’.

“Non possiamo solo celebrare e ostentare la vittoria senza governarla – ha ricordato il sindaco – né chiuderla nel recinto del 2019. Deve, al contrario, diventare opportunità ma in mancanza di una stabilizzazione economica, fra qualche anno non avremo la forza di conservare questo riconoscimento. Il 2019 deve essere come un piede di porco per scardinare le inerzie e le asfissie di questa città. In caso contrario – ha aggiunto il sindaco – avremo perso una occasione. Costruire un progetto di sviluppo, vuol dire cominciare dal basso in coerenza con l’iniziativa che oggi ha illustrato tre proposte concrete. E’ il momento di costruire una amministrazione condivisa, partendo dall’educazione dei cittadini, da un vero e proprio apostolato popolare”. Il sindaco confermando la piena disponibilità dell’amministrazione comunale per il percorso proposto dall’Associazione Matera 2019, ha  annunciato: “E’ necessario approvare al più presto  un regolamento, prdisponendo un testo formale e condurlo in commissione e consiglio comunale. Insieme all’assessorato competente sarà necessario stimolare la creazione del Forum dei produttori culturali”.

De Ruggieri si è poi soffermato su altri aspetti legati ai temi affrontati nel corso dei lavori: “C’è ancora, purtroppo, scarsa convinzione del bene comune, del ruolo di prima frontiera del Comune che viene considerato solo come  luogo di elargizione. Ricevo persone che chiedono, ma nessuno ancora mi ha incontrato per offrire qualcosa alla città.  La comunità deve riappropriarsi del proprio ruolo, diventando interlocutrice, apriremo le porte e renderemo operativo questo patto di collaborazione, di azione. Matera deve diventare territorio corale in cui recuperare la cultura del vicinato, come la definì Franco Palumbo, nel rispetto di ciò che davvero serve alla città e non ciò che manca”. Il sindaco ha poi richiamato le testimonianze di Carlo Aymonino sulle condizioni economiche della città, confrontandole con la fase storica che Matera vive oggi. “Il turismo, purtroppo, ci occuperà per poi dileguarsi lasciando solo strutture vuote e inutilizzate. Per evitare che ciò avvenga,  occorre che si combatta il turismo randagio. Bisogna innestare presidii di stimolazione culturale che garantiscano il turismo che sceglie Matera come visitatore attento.  “E’ necessario che la città attragga imprenditori e non, come sta accadendo con Datacontact, assistere alla sua sterilizzazione. Facciamo di tutto per costruire imprenditori e poi basta un attimo pre disintegrarlo”.

Ai lavori ha partecipato anche l’assessore  alla Pianificazione strategica e vice sindaco, Giovanni Schiuma: “Gli stimoli giunti dal dibattito di oggi – ha spiegato – si collegano al percorso che  l’amministrazione comunale sta sviluppando sul piano strategico. Tre sono i punti su cui possiamo concentrarci per comprendere questo passaggio: da dove veniamo, in quale orizzonte ci muoviamo, cosa vuol dire crescere. Non si può poi trascurare – ha aggiunto l’assessore – l’autodeterminazione e l’energia della comunità perché il solo titolo non basta per costruire il nostro futuro, su cui le domande restano aperte. Ciò che questa amministrazione sta compiendo è, di fatto, una rivoluzione copernicana in continuità con chi ci ha preceduto perché sulle ceneri non si costruisce nulla”. L’assessore ha poi ricordato che l’attività del Comune sta procedendo già nella direzione della partecipazione: “Abbiamo avviato l’esperienza delle Officine dello sviluppo locale, proseguendo poi ad incontri con la città. Il piano strategico – ha poi aggiunto – superando i ritardi, è una forma mentis, una forma di governo non un documento”.

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